Negli ambienti della destra neofascista italiana gira da qualche settimana un manifesto che lancia per sabato 29 marzo una manifestazione identica quella di Bologna del 9 Novembre scorso, stessi slogan e stessi gruppi politici, Casapund e Rete dei Patrioti. Se la notizia sarà confermata sarà necessaria una risposta forte, decisa e collettiva.
Con questo articolo iniziamo a dare uno sguardo a i gruppi che maggiormente stanno provando a farsi spazio in città.

Reggio Emilia ad oggi è una delle poche città in cui non è aperta e attiva una sede di uno qualsiasi dei gruppi o gruppuscoli dell’estrema destra del nostro paese. Una sede al momento non c’è grazie al lavoro che da sempre viene portato avanti in città rispetto a questo tema, l’essere una città da sempre orientata verso sinistra e con una continuità amministrativa -e di parte- da ottanta anni nonché città medaglia d’oro al valore militare (onorificenza legata alla resistenza), inciderebbe poco o nulla rispetto alla lotta contro i rigurgiti neofascisti senza un reale e capillare lavoro quotidiano legato al presente e non al passato che fu. Glorioso, ma passato appunto. Negli anni, ciclicamente, vari gruppi della destra neofascista hanno provato a trovare spazio politico in città ma ogni volta sono stati respinti. La peculiarità che ha sempre contraddistinto la lotta contro questi gruppi è la condivisione delle varie sfumature dell’antifascismo reggiano rispetto l’obiettivo principale, isolare tali gruppi e levare loro il “terreno sotto i piedi” per fare in modo che non abbiano possibilità di espansione e crescita.
Oggi, nello stesso momento, c’è il tentativo di due diversi gruppi di trovare spazio. Forza nuova e Casapound sono le due organizzazioni che stanno provando ad entrare in città, con modalità e riferimenti culturali e politici differenti.
Forza Nuova è la formazione neofascista più datata del panorama italiano, cosa che il suo “padrone” Roberto Fiore non manca mai di rimarcare. Attiva fin dal 1997 è sopravvissuta fino ai giorni nostri e tra alti e bassi allargamenti e scissioni prova ancora a fare qualcosa. FN ebbe una importante scissione pochi anni addietro quando la maggior parte delle sezioni di cui disponeva si sono sganciate dalla casa madre in polemica con le scelte di Fiore e del capo della sezione romana Giuliano Castellino. Fiore e Castellino sono i due che hanno guidato l’assalto alla sede della CGIL di Roma durante le proteste contro i vaccini e il greenpass del 9 ottobre 2021, fatti per i quali i vari filoni processuali sono ancora in corso. Questo denota che nonostante l’enorme emorragia di militanti FN mantiene un nucleo capace di muoversi e infilarsi laddove sussistono spiragli per poter portare avanti il proprio disegno politico eversivo. Non va dimenticato che i due fondatori di FN Fiore e Morsello(defunto) vengono da Terza Posizione e furono invischiati nelle trame nere d’italia per le quali per evitare processi e condanne scapparono a Londra dalla quale, con i soldi della cassa proprio di Terza Posizione, fondarono tra le altre Easy London (agenzia che organizza soggiorni di studio o lavoro a Londra per giovani e su cui a inizio anni duemila fu attiva una forte campagna di boicottaggio). È con i soldi delle attività imprenditoriali sviluppate a Londra da Fiore durante la latitanza che FN manda avanti le proprie iniziative, ed è grazie a ciò che nonostante l’esiguo numero di militanti riesce ancora ad essere presente nel panorama dell’estremismo di destra italiano. FN, come detto, ha pochi militanti ma ancora abbastanza soldi per aprire sedi nelle città. La strategia che FN mette in atto in questa fase prevede l’apertura di sedi, anche con pochissimi militanti, cercando e sperando di aggregare in seguito, puntando anche a città come Reggio Emilia per provare ad aumentare la pubblicità attorno al gruppo sperando così di attirare l'attenzione di qualche nuova leva.
Aprire una sede a Reggio Emilia per Fiore e FN risulterebbe importante proprio per la pubblicità che ne scaturirebbe, l'apertura di una sede in una città cosiddetta “rossa” sarebbe come detto un enorme ritorno mediatico. Certo che poi, aprire una sede e farla funzionare sono due cose completamente diverse.
Al momento non si sa molto della composizione del nucleo reggiano forzanovista, l’unica notizia è il nome del referente, Sauro Fontanesi, di Castelnuovo Monti ed ex coordinatore di Fratelli d’Italia per la zona montana, carica dalla quale si è dimesso nel 2023. La Forza nuova di oggi non è differente da quella che tentò scorribande in città ad inizio anni duemila, l’impostazione e la carica di violenza politica di cui è portatrice come si è visto in occasione delle manifestazioni contro il greenpass rimangono intatte, ma non ha più la capacità militante che poteva avere anche solo una decina di anni addietro. Nonostante ciò rimane una organizzazione pericolosa per la vita democratica della città.
Discorso differente per l’altro gruppo che sta provando a farsi strada in città, Casapound. Fino a poche settimane fa non era chiarificato il ruolo di CP rispetto al gruppuscolo di giovani fascisti che si aggirano per la città a riempirne i muri di scritte inneggianti al nazifascismo, ma gli ultimi striscioni affissi con il logo di CP fugano gli ultimi dubbi in merito. Due anni fa sono cominciate ad apparire insistentemente scritte nazifasciste in zona “Cimitero Monumentale” e “viale Umberto I” ed ogni volta che queste venivano cancellate venivano ri-vergate nel giro di ventiquattrore. Si scoprì che l’autore era un fascista solitario, ma armato di pistola. Dopo che fu scoperto le scritte cessarono per qualche mese per poi riprendere allargandosi ad altri quartieri della città. La modalità sempre la medesima, scritte a bomboletta inneggianti al fascismo e al nazismo e all’utilizzo della violenza contro i nemici “rossi”.
Nonostante svariate denunce pubbliche e cancellazioni collettive delle scritte, queste sono sempre riapparse in ventiquattro-quarantotto ore. Parliamo di decine e decine di scritte vergate con continuità, con una costanza maniacale. Queste scritte non sono più opera di una sola persona, in questi due anni si è formato un gruppo, un gruppo di fascisti che agisce, al momento, unicamente di notte con scritte, adesivi e striscioni. Questo gruppo si firma “WHITE BOYS” oppure “REGGIO EMILIA FASCIST CREW”, ha profili privati sui social in particolare tiktok e instagram dai quali si denota la sempre maggiore affiliazione a Casapound, con particolare riferimento a CP Parma, città nella quale c’è anche la sede più attiva di tutta l’Emilia Romagna. La parabola che sta avendo questo gruppo e la sua affiliazione a Casapound denota che sta prendendo forma un progetto politico reale e di come CP abbia nuovamente un nucleo in città e di come lo stesso proverà a farsi spazio nel prossimo futuro.
È il terzo nucleo di CP che prova a sedimentarsi in città ma è molto differente da quelli che lo hanno preceduto. I primi due riflettevano il primo modello Casapound, quello dei bravi ragazzi, quello del fascista della porta accanto che tanto consenso ha fruttato a CP e alla quale ha aperto spazi inimmaginabili rispetto alla classica figura del neofascista italiano. Era un modello legato all’elaborazione della "Nouvelle Droite”, alla capacità di penetrazione nei sistemi politici sociali e culturali del paese senza rinunciare all’essere e dichiararsi apertamente fascisti. Anche l’utilizzo dell’appellativo fascisti del terzo millennio, coniato da un giornalista e subito intelligentemente ripreso da CP rientra in questa strategia volta anche alla normalizzazione del neofascismo moderno. In questo senso CP è stata un precursore e apripista per la normalizzazione dell’estremismo di destra. Normalizzazione arrivata a compimento negli ultimi anni ma di cui CP ha beneficiato ben poco visto il mancato aggancio con partiti quali LEGA o FDI e i tentativi fallimentari di entrare in parlamento sia in solitaria sia con legami con partiti minori come “Italexit”. Questi fallimenti hanno portato ad un cambiamento deciso dell’azione e della presentazione di CP con un ritorno ad un neofascismo più classico, meno politico ma più muscolare e con un maggiore e rinnovato ritorno alla violenza di strada. Il gruppuscolo dei “WHITE BOYS” riprende appieno questo modello, il quale viene puntualmente esibito in forma propagandistica sui social network. Almeno due elementi di questo gruppo frequentano palestre e corsi di arti marziali e sono amanti di coltelli con i quali sono soliti girare per strada.
Rispetto ai primi due nuclei sono più pericolosi proprio perché esternano attitudine alla violenza e girano armati, sicuramente di coltelli.
Allo stesso tempo, a conferma del ritorno al passato della "nuova" CP vi è l'alleanza -a livello nazionale e con riverbero sui territori- con Rete dei Patrioti (i fuoriusciti dalla scissione interna a Forza Nuova) la quale la momento gestisce pagine social dal nome "Reggio Emilia Identitaria" ma che non è ancora chiaro se abbia o meno un nucleo reale in città.
Per contrastare adeguatamente questi gruppi è necessario avere contezza di quanti e quali si aggirano in città, e quali caratteristiche hanno. Un efficace contrasto a questi gruppi deve vedere la sinergia tra l’antifascismo politico e l’antifascismo militante tra l’antifascismo moderato e democratico e l’antifascismo radicale altrimenti questi gruppi trovano la strada per poter piantare radici e crescere, sia perché hanno risorse economiche, sia perché hanno protezioni politiche, sia perchè spesso e volentieri hanno anche protezioni all’interno di questure e prefetture. È da notare come nei primi due anni di governo Meloni questi gruppi siano rimasti silenti, relegati ai margini dalla forza acquisita da Fratelli d’Italia mentre oggi nel pieno del terzo anno di Governo Meloni inizino a essere maggiormente presenti e dinamici e come abbiamo visto a Bologna pronti a fare il gioco sporco a favore del governo. Quel giorno a Rete dei Patrioti e Casapound fu concesso di sfilare nei pressi della stazione e in piena campagna elettorale per le elezioni regionali. Oltre allo sfregio di permettere a dei neofascisti di sfilare vicino alla stazione di Bologna è palese il tentativo del governo -attraverso la prefettura, organo del governo in città- di usare i neofascisti per creare un caso politico e mediatico nel capoluogo di regione per cercare di erodere consensi in vista delle imminenti elezioni. Bologna è stato il primo esperimento del governo volto a utilizzare e includere le organizzazioni neofasciste all’interno della propria strategia complessiva di governo. I fatti andarono diversamente da come sperato da quanti permisero uno scempio del genere, ma rimane un fatto indelebile e chiaro di come lentamente il governo Meloni stia iniziando ad utilizzare la manovalanza neofascista.
I gruppi e le organizzazioni neofasciste non hanno mai trovato terreno fertile in città fino ad ora, ma il panorama politico e sociale è mutato e Reggio Emilia non ne è esente anche se il tessuto sociale regge ancora, anche se a fatica. La propaganda delle destre è martellante e fa presa su una popolazione stanca e impaurita dal futuro. Incanalando la rabbia crescente verso la lotta agli elementi più deboli della società, immigrati e minoranze di genere, continua quasi indisturbata l’opera di distruzione dello stato sociale e la deindustrializzazione del paese. Le vere problematiche a cui dare risposta e che generano l’insicurezza di maggior parte della popolazione sono le politiche che favoriscono il profitto e la speculazione privata distruggendo lo stato sociale e isolando le persone, le quali incapaci di associarsi per modificare l’esistente vengono facilmente condotte a sfogare le frustrazioni sugli elementi di volta in volta indicati da chi soffia sul fuoco delle disuguaglianze e della povertà. È proiettando lo scontro su basi etniche e di genere che la destra trae ampio consenso, ed è sulla base e sulla propaganda di queste politiche che Forza Nuova e Casapound proveranno a farsi largo in città, cercando di cavalcare il malcontento delle persone. È il solito schema della destra che si ripete.
A noi tutti, collettivamente, serve comprendere ciò e utilizzare tutti i mezzi necessari ad evitare che mettano radici in città.
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