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UNA CONVERGENZA PLURALE PER CAMBIARE LO SPAZIO DELLA POLITICA


Partiamo dalla considerazione che la crisi in corso non è un evento caduto dal cielo, non è un fenomeno occasionale, che la sua fine non coincide con la sua soluzione. La pandemia è solo uno degli aspetti con cui si presenta una crisi che riguarda lo sviluppo di quello che possiamo chiamare globalizzazione neoliberista.

Di questo stato delle cose c'è una diffusa consapevolezza, sintetizzata nella affermazione che non possiamo tornare alla normalità perché la normalità è il problema.

Come possiamo evitare di tornare alla normalità?

Possiamo intanto registrare la notevole capacità di risposta che abbiamo avuto nonostante le restrizioni emergenziali che subiamo. L'ampio mondo dell'auto gestione e della autorganizzazione si è mosso in questi mesi ampliando la consapevolezza della situazione attuale, tenendo attive o costruendo nuove reti di relazioni tra spazi sociali autogestite, realtà di autoproduzione, associazioni, militanti e attivisti presenti in tante realtà.

È nelle relazioni che così si sono prodotte che è emersa la questione della convergenza.

La convergenza va intesa come una proposta di tenere unite e cioè organizzate realtà che sono tra loro diverse per le diverse attività che svolgono ma che sono tutte caratterizzate da una capacità di autorganizzarsi, cioè di attivare energie e risorse, di offrire ai singoli gli strumenti per emanciparsi dalla condizione di subalternità e di esclusione che caratterizza la nostra società, di dare prospettive che possono essere culturali, sociali ed anche economiche. Ogni realtà autorganizzata ha una parzialità che è la sua specifica ricchezza, la sua essenziale caratteristica di tenere unite organizzazione e prassi, critica della realtà e insieme una azione che trasforma la realtà, che produce una realtà diversa e altrimenti inesistente.

La parzialità non va intesa perciò come limite ma come una caratteristica a cui non rinunciare.

La convergenza nasce dunque come esigenza di unire le parzialità e non certo di negarle. Questa unità non è cioè posticcia, non è la sovrapposizione di un piano generale a temi e pratiche parziali, ma la valorizzazione di ciò che accomuna le prassi delle varie realtà autorganizzate.

Ogni realtà autorganizzata agisce su una o più contraddizioni e conflitti che caratterizzano il presente, tutte questioni, da quella ambientale a quella della giustizia sociale, dalla rivolta contro la violenza di genere alla libertà di movimento e di abolizione dei confini e delle frontiere che vengono alzati in modo fittizio in un mondo che ha superato di fatto ogni distanza e ogni separazione, sono tutte questioni che richiedono una profonda e radicale trasformazione degli attuali rapporti sociali economici politici e culturali.

Il tema della convergenza pone in primo piano la consapevolezza che queste trasformazioni non sono solo un auspicio per il futuro ma sono già in corso. Ogni singola realtà autorganizzata è già dentro questa trasformazione, la pratica nell’azione quotidiana.

Una trasformazione che si concretizza nella cura delle relazioni, nella capacità di decisioni condivise, nella capacità di mobilitarsi e di occupare lo spazio pubblico.


Se cerchiamo ciò che accomuna queste parzialità troviamo la qualità delle relazioni, a cui dobbiamo dare il nome di rapporti di produzione. Sono rapporti di produzione che rispondono alle esigenze del presente in cui è necessaria una visione ecologica in grado di affrontare questioni che riguardano tutti superando l'alienazione e la falsa contrapposizione tra individuale e collettivo.


La convergenze avviene attorno alla consapevolezza di questi nuovi rapporti, in cui produzione e consumo, produzione e riproduzione, città e campagna sono compresi nelle loro relazioni e non isolate o contrapposte.


Difendere e diffondere questi nuovi rapporti di produzione, che vivono oggi in una molteplicità di esperienze parziali, è possibile con un processo di convergenza che si ponga il problema di creare lo spazio pubblico, politico della loro espressione, del loro riconoscimento e valorizzazione.


La convergenza non è un singolo atto ma un processo di cui non è possibile prevedere lo sviluppo e i tempi. Possiamo però lavorare perché questo processo si realizzi, riconoscendo che le nostre parzialità, le nostre singole lotte chiedono una espressione politica comune, e individuando cosa caratterizza la convergenza come processo politico.



...questo testo è la trascrizione di un intervento preparato per contribuire al dibattito durante il corso/seminario “Raccontare la Società che Cambia” proposto da Comune-info di cui siamo stati partner assieme a NUDM Reggio Emilia….

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