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CONVERGENZA, QUALCHE PASSO IN AVANTI

L'inizio della guerra ha imposto a tutte e tutti noi di affrontare i nuovi scenari che ci si prospettano davanti ed attorno. Con prepotenza la ricerca e la costruzione di un "noi" ed un piano organizzativo, rivoluzionario, a partire "da noi" si è confermato imprescindibile. Il 29 gennaio 2022 siamo scesi in piazza per avanzare in questa direzione. Per mettere assieme lotte e percorsi non all'interno di un perimetro, ma verso una direzione comune, fuori dai perimetri conosciuti. A fronte di quella manifestazione, e con questa attitudine, proponiamo una riflessione in termini di "convergenza".

Da questo inizio di 2022 la questione della convergenza è stata al centro del dibattito cittadino, una discussione che si accompagna anche con altri ragionamenti e tentativi in tal verso provenienti da più parti della penisola. Sono molteplici i soggetti che, soprattutto dopo due anni di pandemia, sentono il bisogno di “convergere”. Ma il bisogno non basta e al momento occorre porsi alcune, prime, domande alle quali va data necessariamente risposta.

Per quale motivo convergere con altri? La convergenza è un approccio o un processo? Riguarda orizzonti comuni o un fine complessivo? La convergenza è un dato politico o un dato sociale? Domande apparentemente sciocche o banali ma è proprio sulle domande sciocche o banali(troppo spesso né poste né risposte) che spesso si infrangono i nostri desideri di praticare una politica incisiva e rivoluzionaria. Spesso evitiamo di porci questo tipo di domande e questo fatto porta a non comprendersi a fare divergere le strade invece di farle convergere.

Oggi è necessario lavorare in tale senso. E’ necessario ridurre la debolezza dovuta all’atomizzazione e alla differenziazione pruriginosa che ha caratterizzato gli “anni pre-pandemici” e che scontiamo tutt’ora. Distanti dai richiami unitari ma con la consapevolezza e la convinzione nel costruire forza collettiva. Perchè la convergenza è un fattore tutto politico, non riguarda la sfera individuale dove ci si associa per costruire un piano collettivo ma al contrario è già collettiva, dove organizzazioni e/o collettivi con caratteristiche differenti ma che condividono la stessa parte convergono per creare le condizioni affinché insieme ma sempre nelle rispettive autonomie si raggiunga un fine prefissato.

E’ necessario, da parte nostra, tornare a concentrarsi sul fine e lasciare perdere la confortante illusione semantica degli orizzonti, locuzione e approccio politico che noi stessi abbiamo utilizzato in passato. Bella suggestione poetica ma anche “luogo” per la cui natura è, e rimarrà irraggiungibile.

Essendo quanto ricerchiamo un fine generale e non un fine particolare o meramente vertenziale la convergenza è senza temporalità definita ma soprattutto è dinamica, che consta di varie fasi, le quali a loro volta non hanno confini definiti ma sfumano l’una all’altra. Ne definiamo due in particolare: una fase iniziale di approccio e una in maturità di processo. L’approccio caratterizza la fase iniziale, la ricerca, l’accostamento, il contatto con e tra altri, dove collettivamente iniziare a ragionare e a porre le basi di conoscenza e fiducia reciproca e dove iniziare ad individuare chiaramente il fine al quale puntiamo. La seconda fase, il processo può essere solo e direttamente conseguenza della riuscita del periodo di approccio ed è quel momento in cui la convergenza raggiunge un primo stadio reale di attuazione. Per chiarezza, ogni fase si affronta attraverso il connubio teoria/prassi anche e soprattutto perché la convergenza non è un accordo tra soggettività, ma una modalità di conseguimento del fine, nella prassi e nella teoria.

Compito importante e da non trascurare è anche quello di fare in modo che queste due fasi non si sovrappongano creando confusione, cosa che succede quando avvengono processi affrettati o predeterminati o opportunistici.

Se volgiamo lo sguardo agli ultimi vent’anni e li rapportiamo al presente vediamo quanto i tentativi di costruzione collettiva passati avessero dei limiti, e oggi con questa consapevolezza quei limiti vanno superati. La modernità neoiberista di cui gli aspetti maggiormente rilevanti dell’oggi, per quel che riguarda la nostra parte, sono la disgregazione della classe e la disarticolazione dei processi di lotta politica ci pone di fronte ad una scelta strategica, ad una posizione politica chiara tutta da costruire, passo dopo passo tra chi abbia la voglia e la consapevolezza di mettersi realmente fianco a fianco tra compagni.


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