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IMMUNITÀ SOLIDALE - Organizzare la solidarietà per il riscatto sociale

Aggiornamento: 13 apr 2021

Dal 12 marzo 2020 è attivo a Reggio Emilia il progetto di “Immunità Solidale”. Uno spazio aperto di intervento mutualistico e dal basso che, sviluppato a partire dalle realtà sociali e politiche del Laboratorio AQ16, di Casa Bettola e dell’Ass. Città Migrante, vuole innescare una risposta trasversale e anticapitalista di fronte alla crescita della disuguaglianza generata nella crisi pandemica sul nostro territorio. In queste righe vogliamo condividere una restituzione del lavoro e del ragionamento collettivo portato avanti fino ad oggi e che quotidianamente prosegue. Questo è un primo testo di tre che vi proporremo in queste settimane che serviranno, nelle nostre intenzioni, ad approfondire sia aspetti tecnici che politici nella comunione tra solidarietà e politica.




Immunità Solidale nasce nel contesto dell’emergenza sanitaria mondiale che da marzo dello scorso anno ha investito anche il nostro Paese. Grazie al coinvolgimento e l’attivazione dei divers* volontar* che hanno risposto alla chiamata pubblica,facendo emergere un tessuto sociale solidale e consapevole, e grazie ad una struttura organizzativa preesistente e radicata, fin dai primi giorni del lockdown totale durante la prima ondata, ci siamo impegnati per supportare con spese a domicilio le persone più fragili ed impossibilitate per motivi sanitari ad uscire di casa per l’acquisto dei beni primari; abbiamo iniziato la raccolta, riparazione e distribuzione di dispositivi digitali, destinati in particolare ai ragazzi e alle ragazze escluse dal sistema di didattica a distanza; abbiamo mantenuto in forma telematica lo sportello per il lavoro di Adl Cobas e lo sportello di Città Migrante per le pratiche di cittadinanza. Di fronte a questa crisi inedita ci siamo riorganizzati in modo da tutelare la salute collettiva, ma riducendo allo stesso tempo il distanziamento sociale per non lasciare indietro chi già prima dell’emergenza viveva condizioni di vita più precarie.


Solidarietà e mutualismo sono da sempre pratiche che nel nostro agire si adattano e si incrementano di fronte alle trasformazioni sociali del tempo presente, alla brutalità dell’impoverimento e delle ingiustizie che incontriamo; pratiche di sostegno diretto e immediato che devono costituire uno strumento di azione per riequilibrare la bilancia dei diritti.


In questo senso agire nella pandemia significa affrontare le contraddizioni di un sistema sociale ed economico che ci ha presentato alla vigilia dell’emergenza un servizio sanitario pubblico stremato da decenni di finanziamenti orientati verso il privato, una scuola pubblica soggetta ad anni di tagli e carenze strutturali a causa dei quali da mesi è costretta alla chiusura, politiche di welfare inadatte e insufficienti a tutelare le persone e le categorie maggiormente colpite. Da subito abbiamo vissuto una gestione pubblica che ha assunto caratteri neoliberali ponendo l’interesse privato al vertice delle politiche di governo; in un momento in cui più che mai il bene comune avrebbe dovuto prevalere, l’ingiustizia distributiva di risorse e di reddito si è inasprita. Premesse come queste inevitabilmente hanno determinato il passaggio dall’emergenza sanitaria alla crisi socio-economica che sta precarizzando e impoverendo fasce sempre più larghe di popolazione.


Una crisi che a partire dalla seconda ondata, nell’autunno scorso, ci ha portati a ridefinire l’intervento di Immunità Solidale, organizzando insieme ai volontari le Brigate di Mutuo Soccorso. In aggiunta alle attività già in essere, abbiamo coordinato raccolte e distribuzioni di pacchi alimentari alle famiglie in difficoltà economica, è stato organizzato uno spaccio di prodotti freschi e biologici gratuito ed un guardaroba solidale per aiutare le persone senza fissa dimora e i più bisognosi ad affrontare la stagione invernale. In questo modo abbiamo allargato il nostro campo di azione, intercettato nuovi bisogni e ampliato il monitoraggio sulla città.


Dopo questi aspetti introduttivi, proviamo ad entrare nel merito di come viene organizzata la solidarietà e l’impatto che essa assume sul territorio.

In primo luogo va considerato che non è né scontato né casuale il ruolo degli spazi sociali in questo processo. Nei mesi trascorsi sono state molte le città italiane dove si sono definiti progetti di mutuo aiuto simili al nostro, accomunati proprio dal coinvolgimento di quegli spazi di resistenza che per natura lavorano alla produzione di nuove alternative possibili. Luoghi di socialità, aggregazione e riproduzione sociale, anch’essi duramente colpiti dai provvedimenti per il contenimento dei contagi, ma che soprattutto nella crisi, mettendo a disposizione ambienti e competenze, si dimostrano essenziali per ridurre l'isolamento sociale attraverso la costruzione di comunità solidali e per produrre un avanzamento della lotta nella pandemia.

Questo portato consente in primis alle Brigate di Mutuo Soccorso di Reggio Emilia di poter contare su un ampio tessuto connettivo cittadino, costruito in anni di cooperazione sul territorio, un tessuto di relazioni in cui si incontrano realtà autonome, cooperative, associazioni, parrocchie (…); un lavoro quotidiano che in questa fase ci permette di intercettare sempre più persone in condizioni di invisibilità e di aumentare le possibilità di sostegno.Per secondo, gli spazi sociali costituiscono uno snodo logistico necessario per portare avanti le attività di mutuo soccorso.

Nello specifico, Immunità Solidale ad oggi è così strutturata: all’interno di Casa Bettola, in concomitanza con il mercato settimanale “Bio Bettola”, è aperto lo spaccio alimentare con prodotti biologici, che in parte vengono forniti dai produttori stessi e in parte vengono acquistati e donati da chi attraversa il mercato; inoltre si svolge lo sportello sindacale dell’ADL Cobas. Al Laboratorio AQ16 sono stati allestiti sia il magazzino alimentare, in cui vengono consegnate le spese solidali di chi vuole contribuire alla raccolta e dove settimanalmente vengono preparate le distribuzioni dei pacchi per le famiglie, sia il guardaroba solidale che, tramite una turnazione cogestita insieme alle associazioni che operano nei contesti di marginalità, ci permette di aiutare chi sta affrontando l’inverno in condizioni estreme. Infine alla Stazione di S. Croce, dove ha sede l’Ass. Città Migrante, si mantengono gli sportelli per i diritti di cittadinanza e alla salute dei migranti, potenziati in questo periodo per via delle crescenti richieste di supporto.

Tutto quello che Immunità Solidale è in grado di svolgere lo si deve alla rete di sostenitori sempre più ampia e agli oltre quaranta volontar* che ogni giorno danno concretezza alle Brigate.

Volendo fornire alcuni elementi quantitativi sull’impatto raggiunto, stando al mese di gennaio, il numero di famiglie inserite nel mutuo soccorso sono 85, per un totale di circa 300 persone. Da alcune settimane sono partiti alcuni interventi con distribuzioni di cibo e vestiario alle Ex-officine Reggiane, dove attualmente vivono più di sessanta persone senza fissa dimora; inoltre sono stati rigenerati e consegnati finora 35 dispositivi digitali a studenti e studentesse sforniti.


Questi non sono semplicemente numeri, ma diventano possibilità di scambio e di relazione che abbattono per qualche momento la cappa di isolamento in cui siamo confinati e costituiscono occasioni di monitoraggio di situazioni di invisibilità, facendole emergere e approfondendo le origini dell’impoverimento. Si tratta di aspetti essenziali per definire quello che come Brigate di Mutuo Soccorso stiamo cercando di portare avanti: qualcosa che vuole andare direttamente oltre al semplice rapporto volontario-beneficiario, che non vuole fermarsi al sostegno materiale, che non vuole in nessun modo scadere nella sussidiarietà, andando a sostituire le istituzioni pubbliche che avrebbero il dovere di garantire una vita degna a tutte e tutti. La nostra è una mobilitazione sì, sociale e umanitaria, ma altresì immediatamente politica.


In questo percorso emerge chiaramente quanto la grave crisi pandemica odierna non rappresenta l’inizio delle difficoltà per tutt*, ma solo un ennesimo scoglio da dover superare. In fondo, ciò che molte delle persone che incontriamo si trovano costrette ad affrontare è la continuazione di un sistema di esclusione dai diritti fondamentali di cura, educativi, di sostegno al reddito, di accesso alla casa, alla cittadinanza… pesanti disuguaglianze che erano già insite nel modello capitalista nella normalità pre-pandemica e che il virus ha solo contribuito ad acuire ed estendere, sotto lo sguardo di governi nazionali e locali indisponibili a cambiare paradigma attuando scelte coraggiose.


Le Brigate di Mutuo Soccorso hanno quindi la possibilità di affrontare pubblicamente queste questioni prendendo parola, facendo emergere i responsabili e le responsabilità alla base delle problematiche strutturali, e di mantenere al centro del dibattito pubblico un discorso fondamentale: che nel 2021 la cura della società deve prevalere sul profitto dei privati, che la ricchezza prodotta non può essere accentrata ma redistribuita, che nessun* deve essere lasciato sol*.

La nostra esperienza ci insegna ogni giorno che non è sufficiente diventare immuni al virus, ma, soprattutto, che dobbiamo creare immunità alla solitudine e al ricatto. Il mutuo aiuto è la nostra risposta per generare quegli anticorpi sociali necessari a migliorare le nostre vite e a divenire consapevoli di ciò che ci spetta e che dobbiamo conquistare.

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