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GUERRA NELLA DECADENZA POLITICA EUROPEA


di A.M.


Il periodo di “pacifico” sviluppo economico e sociale dell'Europa che abbiamo alle spalle è oggi messo in pericolo. Tutti i governi europei spingono verso la guerra, di nuovo la guerra diventa la soluzione per garantire un sistema che non sa affrontare la sua crisi. Solo se pensiamo ad una alternativa a questo sistema possiamo fermare le forze che spingono alla guerra.

Il nostro sistema economico politico e sociale è arrivato al capolinea, non ha più alcuna possibilità di sopravvivenza, e il suo potenziale distruttivo rischia di sprigionarsi senza più limiti.

La crisi del nostro sistema si esprime in modo limpido: crisi climatica, crisi finanziaria, crisi produttiva, crisi sanitaria. Sono tutte crisi a cui il nostro sistema non è in grado di dare soluzione perché la sua ragione politica e la sua ragione economica sono fondate sulla sopraffazione, sullo sfruttamento e sull'esclusione. Le guerre che non abbiamo mai smesso di combattere contro le popolazioni degli altri continenti oggi arrivano anche in Europa. Le ragioni sono le stesse. A queste ragioni dobbiamo contrapporre un'altra ragione. Dobbiamo disertare da questa guerra, dobbiamo impedirci di schierarci da una parte o dall'altra, non dobbiamo pensare che uno dei due contendenti vincerà. Chiunque vincerà noi perderemo. Chiunque combatterà, noi perderemo. Dobbiamo aprire un nuovo fronte di battaglia, il terzo fronte, fuori dalla guerra, contro il sistema che ci porta alla guerra.

Dobbiamo evitare la confusione della propaganda di guerra. L'uso della guerra per difendere gli interessi del capitalismo occidentale e l'uso del potere economico per difendere la supremazia politica e militare dell'occidente sono diventati indistinguibili, perché è l'intero sistema che mostra le mortifere conseguenza di una decadenza che non ha soluzioni.

Le promesse retoriche sulla pace e sullo sviluppo trovano ora il loro momento di verifica, dobbiamo pretendere la loro realizzazione e rifiutare che vengano sepolte sotto le macerie della guerra.

È da più di 30 anni che è finita la divisione dell'Europa ma questi anni non sono stati usati per creare condizioni di pace ma per affermare la supremazia economica delle imprese occidentali rendendo il dumping dei bassi salari la regola delle politiche industriali.

Le Costituzioni create dopo l'ultima guerra europea, tra cui quella italiana, riconoscono la necessità di rinunciare alla sovranità nazionale subordinandola al conseguimento di accordi ed istituzioni sovranazionali come vera alternativa alla guerra. ("L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo" articolo 11 della Costituzione italiana) ma gli ultimi trent'anni hanno visto ri-crescere in Europa il nazionalismo, il sovranismo, la costruzione di muri a difesa dei confini.

Da 30 anni non esiste più il Patto di Varsavia, mentre il Patto Atlantico si è sempre più rafforzato mantenendo la subordinazione dell'Europa agli Stati Uniti senza alcuna ragione reale se non la difesa di una supremazia fondata sull'esercizio di un potere economico e finanziario che si è alimentato sfruttando i differenziali salariali invece di appianarli. Il nazionalismo è stato alimentato con la chiusura delle frontiere per poter creare ulteriore forza lavoro senza diritti da poter sfruttare o da poter respingere a seconda delle convenienze, invece che operare per una cooperazione che garantisse a tutti gli stessi diritti.

La scelta di difendere dei vantaggi trasformandoli in privilegi a cui i non europei devono essere esclusi risale agli accordi di Schengen. Questa scelta ha trasformato l'occasione di una Europa capace di una politica internazionale fondata sulla cooperazione e sulla pace in una difesa dello status quo, in una sempre maggiore subordinazione agli Stati Uniti e in reali condizioni per una nuova guerra europea.

Gli Stati Uniti hanno da subito dichiarato il loro scopo, escludere la Russia dagli scambi finanziari internazionali e per raggiungere questo scopo fanno combattere la guerra all'Europa dopo aver perso le loro guerre in Medioriente e in Asia.

È ora che le popolazioni europee si uniscano contro la guerra e contro un sistema che per sopravvivere ha bisogno della guerra. Abbattiamo le frontiere, smettiamo di lavorare per un sistema mortifero, costruiamo un'Europa cooperante e pacifica.

I governi europei finanziando e armando il fronte bellicista dichiarano l'entrata dell'Europa in una nuova economia di guerra.

Noi dobbiamo dichiarare lo stato di mobilitazione permanente contro la guerra.

Lo sciopero generale europeo per disertare la guerra europea.

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