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ALTERNANZA SCUOLA LAVORO - Nuovi strumenti di oppressione

Aggiornamento: 18 gen 2021

Mentre nel presente gli studenti lottano per un ritorno in classe in sicurezza e contro un uso esagerato della DAD, proviamo a dare uno sguardo più attento ad uno degli strumenti più vergognosi di cui si avvale oggi il percorso scolastico superiore.


Di RadicalNotChic


Brevemente, cos’è l'Alternanza Scuola Lavoro (oggi chiamata PCTO)?

L'ASL, acronimo precedente di questa politica, è questa manovra che costringeva gli studenti delle scuole superiori ad impiegare parte del proprio tempo (si parla di alcune centinaia di ore in totale a seconda del tipo di scuola superiore frequentato) in aziende, "per imparare a lavorare" vedendo dal vivo la macchina del lavoro.


Visto il fatto che per questa politica è essenziale il consenso delle imprese, perché sono queste che "accettano" i ragazzi nelle proprie sedi, diviene evidente una realtà materiale: questa politica beneficia le imprese private.

Tra parentesi, questo è dato dal fatto che se in qualche modo questa politica creasse un danno economico a quest'ultime, ovviamente non lo accetterebbero.


Riconoscere questa realtà è forse l'aspetto più importante di un'analisi di questa politica, perché permette un'osservazione sempre molto materiale nelle altre conclusioni che si possono trarre.


In che modo questa politica beneficia le imprese?

1. In maniera diretta, attraverso lo sfruttamento del lavoro prodotto dagli studenti, totalmente non retribuito.

2. In una maniera molto meno visibile, attraverso la diffusione di vari elementi sociali favorevoli alla cultura del profitto degli ultimi anni.


Parlando del primo punto, diviene subito evidente come anzitutto si tratti di sfruttamento allo stato puro: gli studenti non sono pagati da queste imprese. Se non raramente in nero da imprenditori che cercando di risolvere problemi di insonnia.


Varie realtà con un accennato senso di riformismo si sono già, comunque giustamente, mosse anzitutto su questo punto chiedendo la retribuzione degli studenti, o perlomeno il pagamento per il trasporto dalla propria abitazione al luogo di lavoro.


Perché sì, molto spesso accade che gli studenti, oltre che a non venir pagati, devono perfino pagarsi di tasca loro il tragitto. Il culmine della tragi-comicità.

Questo si collega al secondo punto, ovvero sullo sviluppo di una cultura del profitto.


Questa politica non potrebbe esistere senza una già presente cultura del profitto. L'ASL non è da trattare come un fatto a sé, perché è solamente una delle manifestazioni dello sfruttamento lavorativo (stage non pagati, lavoratori in nero senza tutele, rider, ecc...), e può esistere grazie alla presenza di una cultura che la giustifica.


Come è possibile che siamo arrivati al punto che venga emanata e generalmente accettata una politica del genere?

Un compagno una volta spiegò questo fenomeno molto efficacemente: attraverso una pressione e una riduzione delle tutele che vanno progressivamente aumentando, così che la gente possa progressivamente "abituarsi" a queste politiche ed essere poi pronta ad accettarne delle nuove.


Perché nel momento in cui la struttura culturale subisce dei piccoli cambiamenti, che in questo caso identifichiamo nelle nuove giustificazioni alle metodologie di sfruttamento, rimane comunque passiva la sua percezione sociale, e perciò continua a mantenere tutti i suoi aspetti: in particolare quello della difficoltà per un individuo di superare la struttura culturale stessa.


Per dirla in termini più semplici, dovevano esistere i presupposti culturali ed ideologici per far sì che questa politica venisse accettata.


La comprensione di questo fatto è, d’altra parte, per noi uno strumento potentissimo, poiché tutte le giustificazioni culturali che vengono prodotte a sostegno dell'ASL possono venire smontate nello stesso modo col quale vengono smontate le giustificazioni a sostegno dello sfruttamento del lavoro.


Entro nei dettagli citando una di queste giustificazioni.

“L’ASL permette agli studenti di ampliare il proprio curriculum, quindi è una politica positiva”.


Solitamente quando questa frase viene proferita è accompagnata da tutto un background confindustriale abbastanza evidente, ed è appunto una delle parti della cultura del profitto. Perché questa affermazione ovviamente non tiene conto del ricatto del lavoro, o per dirla in termini più classici, del conflitto di classe. Perché gli studenti avrebbero bisogno di un curriculum più ricco, a 17 anni?


La risposta giustificatrice sarebbe "Perché le aziende fanno fatica a trovare lavoratori preparati", ma ribaltando la frase una risposta può anche essere "Perché gli studenti finita la scuola fanno fatica a trovare lavoro".


Ed è chiedendosi come mai gli studenti finita la scuola facciano sempre più fatica a trovare lavoro, che si comprende la meccanica di conflitto di classe e di sfruttamento che c'è dietro.


Solo rispondendo all'ultima domanda, e quindi dando una responsabilità forte e chiara a questo problema, si capisce che l'ASL è l'ennesima politica che rode i diritti sociali a discapito dell'esistenza e dell'efficienza del sistema economico capitalista.


Ed è anche molto interessante come il nome di questa politica è stato volutamente modificato. Alternanza Scuola Lavoro risultava a quanto pare un po' troppo esplicito, allora è stato cambiato in PCTO che è l'acronimo di Percorsi per le Competenze Trasversali e per l'Orientamento. Questo tentativo di nascondere la realtà aggiunge punti alla tragi-comicità della questione.


Concludo l'articolo dando qualche altro spunto sulle modalità con le quali il PCTO danneggia gli studenti: svolgere alcune centinaia di ore direttamente sul posto di lavoro ha delle conseguenze dirette nella materialità della vita quotidiana.


Prima tra queste, è la necessità di svolgere il programma scolastico in meno tempo, se svolta durante l'anno scolastico. Perché a volte viene anche svolta d'estate, togliendo tempo utile al riposo estivo.


Inoltre, molto spesso, ovviamente, viene svolta durante un orario lavorativo standard, che comprende anche il pomeriggio, togliendo autonomia allo studente anzitutto sulla gestione personale del pomeriggio, ma soprattutto obbligandolo ad abbandonare temporaneamente attività di carattere culturale, sportivo, ecc... che svolgeva.


Infine, diminuisce anche la libertà di scelta post-diploma, in quanto avere un curriculum già arricchito di esperienze rientranti nell'ambito della scuola svolta, porta, vista anche la concorrenza tra i lavoratori, a continuare il proprio percorso professionale e di vita nell'ambito svolto alle superiori, in quanto cambiare ambito professionale causa l'annullamento delle esperienze del campo nel quale si era precedentemente lavorato e alla necessità di accumularne velocemente delle nuove nel nuovo ambito scelto, portando poi, se vogliamo, ancora più facilmente ad altri ambiti di sfruttamento che vengono accettati per avere questa libertà di cambiare settore.


"Egli [il proletario] può lavorare solo col loro permesso, e quindi vivere solo col loro permesso" - Marx, Critica al programma di Gotha



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